La sensazione di occhi secchi è uno dei fastidi più diffusi, ed è raro trovare qualcuno che non l’abbia, almeno occasionalmente, sperimentata.
L’occhio secco è un disturbo dovuto a scarsa quantità di lacrime. Il fenomeno può essere momentaneo o si può protrarre a lungo. Quando un soggetto soffre di secchezza oculare generamente avverte un generale fastidio agli occhi, in particolare i sintomi più comuni sono: bruciore, sensazione di corpo estraneo nell’occhio, fastidio alla luce (fotofobia), difficoltà nell’apertura della palpebra al risveglio e, nei casi più gravi, dolore e annebbiamento visivo.
La secchezza oculare provoca, ad ogni ammiccamento, un piccolo trauma alla superficie oculare dovuto dalla carenza dell’azione lubrificate e dall’insufficiente pulizia della cornea da corpi estranei o germi. In questi casi il rischio di contrarre infezioni, anche da germi comunemente innocui, è assai elevato. Tutti questi fastidi agli occhi aumentano inevitabilmente se ci si trova in ambienti secchi, ventosi o in luoghi dove sono in funzione impianti di riscaldamento o di condizionamento.
quando si verifica la presenza di occhi secchi?
Generalmente la presenza di occhi secchi si verifica quando le ghiandole, per qualsiasi motivo, non producono a sufficienza liquido lacrimale. Talvolta invece è il sistema di scarico ad essere troppo attivo. Altre volte, invece, soprattutto in presenza di danni alla superficie corneale, si ha la sensazione di secchezza oculare, ma in realtà gli occhi lacrimano abbondantemente. In quest’ultima situazione il liquido lacrimale presente nell’occhio è molto acquoso e contiene poche componenti mucose. La scarza consistenza del contenuto liquido provoca una veloce evaporazione lasciando la cornea esposta all’azione di agenti esterni.
Almeno che non siamo in presenza di gravi patologie (Sindrome di Sjögren, lupus eritematoso, artride reumatoide ecc.), l’occhio secco è sempre dovuto a uno squilibro delle componenti del liquido lacrimale: proteica, acquosa e lipidica. Le cause di questo squilibrio possono essere di patologia locale: infiammazione delle palpebre (blefariti), della congiuntiva (congiuntiviti), della cornea (cheratiti); oppure sono causate da altri problemi, quali l’uso di farmaci, la dieta squilibrata e la carenza di vitamina A, ecc.
Una soluzione che permette di ridurre il fastidio agli occhi è l’analisi del liquido lacrimale. Questa semplice analisi, che consiste in un piccolo prelievo del liquido lacrimale del soggetto affetto da secchezza oculare, può determinare quale componente (proteica, acquosa o lipidica) del liquido lacrimale è carente. Analizzando il liquido lacrimale di chi avverte tale fastidio, si può consigliare il collirio più adatto al caso specifico e, a chi porta lenti a contatto, si possono consigliare i materiali e le geometrie di lente più adatte.
Occhi secchi: quali sono le cause più comuni?
Età avanzata. La produzione di lacrime diminuisce con l’avanzamento dell’età per la progressiva atrofizzazione delle ghiandole lacrimali.
Menopausa. Tra i 40 e i 60 anni di età, a causa dei nuovi equilibri ormonali, le ghiandole lacrimali vanno incontro ad una progressiva atrofia.
Ambiente. Altitudini elevate, condizioni atmosferiche soleggiate, secche o ventose, ambienti in cui sono in funzione impianti di riscaldamento o di condizionamento dell’aria provocano un aumento dell’evaporazione delle lacrime, riducendo così la lubrificazione degli occhi.
Lenti a contatto. Il loro uso incontrollato senza il consiglio di un contattologo, può aumentare notevolmente l’evaporazione delle lacrime, causando irritazioni e infezioni. Oggi ci sono però grandi novità sui materiali e sulle geometrie per ridurre il fastidio grazie alle lenti a contatto per occhi secchi.
Liquidi per lenti a contatto. Le soluzioni disinfettanti o lubrificanti per le lenti corneali possono indurre una alterazione della produzione di lacrime. Se l’occhio è poco lubrificato, inoltre, la lente tende ad aderire alla cornea provocando fastidi in alcuni casi anche gravi.
Farmaci. Alcuni farmaci (ormoni, immunosoppressori, decongestionanti, antistaminici, diuretici, antidepressivi, betabloccanti, farmaci per le malattie cardiache e per il trattamento delle ulcere) possono inibire la produzione di lacrime lubrificanti.
Una visita contattologica si completa con una serie di analisi delle lacrime, per la valutazione del tipo di applicazione ed eventualmente del tipo di integratore lacrimale. Fortemente sconsigliata è l’auto-prescrizione di colliri a base di lacrime artificiali: la visita di un serio contattologo o di un medico oculista permette un preciso inquadramento del problema ed un intervento mirato, anche se non sempre risolutivo. Per iniziare scarica gratuitamente il test della vista gratuito qui sotto.