Una visita optometrica ai bambini per verificare eventuali disturbi alla vista, è il rito annuale da compiere prima di tornare sui banchi di scuola. I giorni che precedono le prime lezioni sono ideali per un controllo delle abilità visive, grazie al quale sarà possibile scongiurare l’eventuale presenza di problemi. Tra i vari disturbi che possono sfavorire l’apprendimento, anche se con una importanza marginale, rientra la discromatopsia, ossia la difficoltà a distinguere i colori, comunemente definita “daltonismo”

Daltonismo nei bambini: cos’è?

Per comprendere in cosa consista il daltonismo è necessaria qualche piccola informazione tecnica. Il bianco, in realtà, non è un colore, ma è la somma di tutte le luci colorate presenti nei raggi solari. Noi lo percepiamo perché nella nostra retina sono presenti tre tipi di recettori dei colori, detti coni per la loro forma, sensibili, rispettivamente, al colore rosso, al verde ed al blu. Se sono stimolati contemporaneamente e nella stessa quantità, percepiamo il colore bianco; se però un tipo di cono non funziona, non siamo in grado di distinguere quel colore. In questo caso parliamo di discromatopsia. Il primo a descrivere questa particolare condizione, alla fine del “700 fu il medico John Dalton, che scrisse un articolo sulla sua alterata percezione dei colori. Da lui la discromatopsia è conosciuta con il più popolare e semplice nome di daltonismo.

Daltonismo: tipologie e come si manifesta

Per approfondire le tipologie di daltonismo possiamo dire che:

  • se la cecità è a carico dei coni che percepiscono il rosso parliamo di protanopia;
  • se non funzionano i coni che percepiscono il verde abbiamo una deuteranopia;
  • se (raramente) non funzionano i recettori del blu avremo una tritanopia.

Oltre ai coni dei tre tipi, che percepiscono i colori, esiste anche una seconda varietà di recettori retinici, detti bastoncelli per la loro forma. I bastoncelli sono molto più sensibili dei coni, ed entrano in funzione quando c’è pochissima luce, ma non distinguono i colori e non sono presenti nella zona centrale della retina. In alcuni (fortunatamente rari) casi sono assenti sulla retina tutti i tipi di cono, per cui la visione è solamente quella data dai bastoncelli, in bianco e nero, come in una foto del secolo scorso. In questi casi, normalmente associati ad altre profonde alterazioni della retina ed a scarsa capacità visiva, si parla di acromatopsia. Per amore di precisione possiamo dire che se l’alterazione di un tipo di recettore non è totale ma meno profonda, più che di cecità ad un colore si deve parlare di ridotta sensibilità ad un colore, ed allora avremo invece che protanopia, deuteranopia e tritanopia, più propriamente protanomalia, deuteranomalia e tritanomalia. La discromatopsia è un’anomalia congenita, e non ci sono rimedi. Spesso ereditaria, la discromatopsia colpisce prevalentemente gli uomini: in Europa interessa effettivamente l’8% degli uomini, contro lo 0,4% soltanto delle donne. Presente fin dalla nascita, la discromatopsia è particolarmente difficile da rilevare. Può essere evidenziata solo con dei test oftalmologici. Attualmente non esiste alcuna cura. Alcune soluzioni, tuttavia, possono migliorare la percezione delle sfumature, come ad esempio indossare lenti colorate o lenti specializzate.

Come vede un daltonico?

Chi è affetto da discromatopsia può avere una acutezza visiva ottima sia da lontano che da vicino, e potrebbe essere perfettamente in grado di distinguere i colori quando sono saturi, come ad esempio il verde o il rosso dei semafori. Sono le sfumature di colore assolutamente non percepite.I bambini daltonici hanno difficoltà a vedere i colori poco saturi. Le maestre possono facilmente valutare se un bambino è daltonico: basta chiedere di dipingere un paesaggio autunnale. I colori autunnali con le loro sfumature di verde e rosso mettono facilmente in crisi un bambino daltonico, ed il suo disegno presenterà colori altamente improbabili.Presso uno dei centri Lisi & Bartolomei è possibile effettuare una serie di test per verificare la presenza di daltonismo anche nei più piccoli, e provare dei filtri colorati che in alcuni casi possono migliorare la percezione delle sfumature. Si tratta tuttavia di un test che non viene eseguito di routine, ma solo se lo si ritiene necessario o su richiesta specifica.