test visivi

Anche se vi sembrerà strano, gli occhi possono essere allenati, proprio come con i muscoli, per potenziare la visione; questo particolare allenamento per la vista si chiama “Visual Training”. Una visione di 10/10 nello sport non basta: le visite sportive e i test visivi ti possono aiutare a capire come migliorare la prestazione atletica.

Un tempo si guardavano gli orizzonti, di giorno si vedeva grazie alla luce del sole e i lavori erano per lo più manuali e muscolari. Oggi lo sguardo è sempre più fisso sugli schermi di smartphone e tablet, negli uffici si accendono spesso le luci artificiali anche di giorno e i lavori richiedono sempre più uno sforzo visivo e mentale.
In pochi anni, quindi, è cambiato radicalmente lo stile di vita delle persone e l’organo della vista è messo a dura prova.

Il campo visivo lungo non esiste quasi più: si vive al chiuso, si lavora davanti a un computer e a casa ci ritroviamo per ore di fronte alla tv, a un tablet o a uno smartphone. Gli occhi sono così costretti ad un continuo adattamento alla visione da vicino e ad una messa a fuoco a breve distanza. L’occhio umano, però, è fisiologicamente programmato per vivere negli spazi aperti e per guardare lontano, così, tutte queste attività che vengono svolte contro la naturale predisposizione degli occhi, a lungo andare provocano nella vista stanchezza e perdita delle capacità.

Il Visual Training nasce alcuni anni fa negli Usa per alleviare i disturbi causati dalla stanchezza visiva: bruciori agli occhi, lacrimazioni, annebbiamenti, visioni sdoppiate, ecc. Ben presto, però, i soggetti sottoposti al Visual Training hanno notato miglioramenti anche in alcuni difetti visivi che all’apparenza non sembravano essere collegati con la vista: nausea, vertigini, sensazione di perdita di equilibrio, cefalee, mal di schiena, cervicalgia, ecc. Questi ultimi problemi, infatti, sono collegati alla visione solo indirettamente, come conseguenza di una postura non corretta.

Con il Visual Training si cerca di ristabilire l’equilibrio dei muscoli oculari, sia quelli che fanno muovere gli occhi che quelli che fanno mettere a fuoco, tutti quei muscoli cioè messi a dura prova durante le ore di lavoro o di svago. Come con la normale “ginnastica da camera”, ci si può esercitare in casa propria e ottenere grandi benefici fin da subito, così per chi soffre di stanchezza visiva sono sufficienti una ventina di minuti al giorno di esercizi visivi, magari suddivisi in due sedute, per avere risultati.

Affinché la ginnastica oculare sia funzionale, conviene effettuare preventivamente un’accurata visita optometrica, per valutare quale aspetto della funzione visiva sia carente. I risultati del visual training sono andati oltre il previsto: gli atleti che oltre agli allenamenti specifici, in America, allenavano anche la vista, hanno visto incrementare le loro performances atletiche. Questo ha indotto molti optometristi, in America ma oggi anche in Italia, a specializzarsi nell’incremento della visione finalizzato al miglioramento dei risultati atletici: così è nato lo “sport visions“.

Chi ha una miopia o un astigmatismo pensa che vedere la mitica “ultima riga”, quella dei 10/10, senza gli occhiali sia sinonimo di buona visione. Ovviamente una buona acutezza visiva è il presupposto necessario per poter dire di “vederci bene”, ma, a volte, si può non essere miope o astigmatico o altro e non godere ugualmente di una buona qualità della visione.


Quali fattori contribuiscono ad un a visione confortevole ed efficiente?

  • si può avere una limitata visione periferica, cioè una ridotta capacità di percepire con la coda dell’occhio gli oggetti posti di lato;
  • si può soffrire di una disparità di fissazione, ossia diun microstrabismo, così contenuto da non essere percepito, che impedisce agli occhi di lavorano bene insieme;
  • si può non essere in grado di mettere a fuoco gli oggetti in situazioni ambientali particolari: oscurità, luce abbagliante o pioggia;
  • si può non essere in grado di valutare con esattezza la posizione degli oggetti nello spazio.

test visivi

I test visivi, dunque, non verificano soltanto se il soggetto sia in grado di “vedere bene” gli oggetti, ma esaminano anche se sia capace di metterli a fuoco correttamente in ogni condizione e se possa valutarne la profondità, anche se sono in posizione defilata o laterale, anche se balzano fuori all’improvviso da zone d’ombra o al contrario molto luminose.
La maggior parte di quello che percepiamo dell’ambiente che ci circonda (luoghi, persone, oggetti stabili o oggetti in movimento) viene captato dai nostri occhi prima che dagli altri organi di senso. Alle informazioni che gli occhi mandano al cervello sono collegate la postura e soprattutto la nostra capacità di percepire l’azione altrui e di reagire ad essa.

Per chi pratica sport, questi difetti percettivi possono pregiudicare seriamente la performance agonistica, per questo, anche gli occhi definiti sani ed “emmetropi” (ossia né miopi né astigmatici né ipermetropi) da una regolare visita oculistica possono non essere sufficiente per uno sportivo professionista.

Per integrare gli allenamenti consueti con quelli della visone, gli sportivi devono sottoporsi a particolari test visivi, svolti da optometristi specializzati in sportvision, misurazione della vista e svolgere appositi esercizi di training. I test di sportvision cambiano in base alla disciplina ma hanno alcuni elementi comuni, generalmente, infatti, coniugano l’esame optometrico, propriamente detto, alla valutazione della coordinazione occhio-mano, della capacità di intuire in anticipo i movimenti altrui, della concentrazione, dell’agilità e della velocità dell’atleta.

Lo specialista si avvale di solito di:

  • immagini in 3D alle quali invita lo sportivo a reagire come se fossero reali;
  • test computerizzati per misurare il tempo di reazione agli stimoli luminosi;
  • analisi dei movimenti oculari e delle interrelazioni tra coordinazione dei due occhi e messa a fuoco;
  • test di coordinazione occhio/mano, occhio/corpo ed occhio/piede;
  • esame della performance effettiva “sul campo”.

Una volta effettuati i test visivi, l’optometrista/trainer è in grado di consigliare un percorso di “allenamento” per: potenziare l’acuità visiva fino a 20/10, migliorare la sensibilità al contrasto e ottimizzare i tempi di reazione ovvero diminuire il tempo che l’impulso percepito dall’occhio impiega per giungere alla zona corticale delegata e provocare una risposta motoria.

test visivi photo by Rachel Barkdol

La muscolatura oculare, dal punto di vista della struttura, ha le stesse caratteristiche di tutti gli altri muscoli del corpo umano, perciò può essere allenata, proprio come gli altri muscoli, per potenziare la visione. L’uomo, nella maggior parte dei casi, sfrutta soltanto il 40-60% delle proprie capacità visive, questa percentuale può essere incrementata con una serie di tecniche e di esercizi visivi che permettono di arrivare ad un livello di “ipervisione” che potenzia il risultato sportivo.

Le tecniche di sportvision stanno prendendo sempre più piede nelle federazioni sportive di tutte le discipline, da quelle di squadra a quelle apparentemente ‘statiche’, come il golf, con risultati sorprendenti.

Lisi Bartolomei