Diciamocelo: astigmatismo è una parola strana, che si pronuncia male con in mezzo quello strano suono “gm”, più simile ad un singhiozzo che ad un termine tecnico che ha a che fare con la vista. In generale questa parola la conoscono tutti, ma cos’è di preciso l’astigmatismo non lo sanno tutti. Inoltre, quello che molti non sanno è: A che età devo portare il bambino dall’ottico per verificare se ha qualche disturbo visivo? Quando si può verificare la presenza di astigmatismo nei bambini? Beh, procediamo con ordine e cerchiamo di capire bene.
La cornea, la prima e la più forte componente del sistema ottico oculare, ha normalmente la forma di una calotta sferica (come la superficie di un pallone di calcio), ma a volte ha due curvature (come la superficie di un pallone da rugby). In questo secondo caso si dice che l’occhio è astigmatico, le immagini retiniche saranno indistinte e la visione non sarà perfetta.
Come vede l’astigmatico?
Certo non bene ma nella maggior parte dei casi neanche troppo male, a meno che non sia associato anche a miopia o ipermetropia. Una piccola quantità di astigmatismo (da 0,50 a 0,75 diottrie) della cornea viene considerata “naturale” e normalmente non produce una diminuzione della vista, ma maggiore è la differenza tra le due curvature, minore è la qualità dell’immagine che si forma.
L’astigmatismo infantile è dato dalla differenza tra le curvature corneali, mentre miopia ed ipermetropia sono principalmente legati alla lunghezza dell’occhio. I due fattori sono tra loro indipendenti e quindi si possono presentare contemporaneamente: si può essere solo astigmatici o miopi ed astigmatici o ancora ipermetropi ed astigmatici.
In compenso mentre miopia ed ipermetropia variano con la crescita e con l’età, l’astigmatismo nei bambini tende a rimanere costante: la cornea difficilmente, crescendo, cambia forma: se è sferica, sferica resta, ma se è astigmatica, non tende né a migliorare né a peggiorare. In pratica, chi è astigmatico alla nascita, resta astigmatico per tutta la vita.
Astigmatismo nei bambini
Un bambino solo astigmatico vede di solito sufficientemente bene e quindi la diagnosi precoce è ostacolata dalla mancanza di sintomi.
Il problema della diagnosi precoce dell’astigmatismo però ha due aspetti da non trascurare: il primo si chiama astenopia ed il secondo ambliopia.
L’astenopia è la “fatica di vedere”. Essere costretti a leggere le cose che appaiono meno nitide crea uno sforzo maggiore, e se la lettura è faticosa per la presenza di un astigmatismo, il bambino non denuncia di “vedere male”, perché per lui il suo modo di vedere è ovviamente quello “normale” e quindi quello “giusto”. Il bambino, appena potrà, scapperà dall’impegno della lettura, si stancherà la vista e farà più sbagli dei suoi compagni che invece vedono bene. Un controllo della vista potrà evitare il rischio di tacciare per svogliato o per poco intelligente il piccolo che semplicemente potrebbe vedere meglio con un occhialetto.
Il secondo aspetto, l’ambliopia, è dato dal fatto che l’astigmatismo si può, più insidiosamente, presentare in un occhio solo. In questo caso la visione, essendo effettuata contemporaneamente con due occhi, è buona, ma l’occhio astigmatico, a furia di essere meno usato dell’altro, si impigrisce, fino a vedere, irrimediabilmente, sempre meno, magari favorendo l’insorgenza di uno strabismo. In questo caso parliamo di ambliopia, o di “occhio pigro” del bambino. L’ambliopia è insidiosa, perché non ha sintomi, e quando si manifesta è normalmente troppo tardi. Però l’ambliopia è prevenibile: basta un controllo della vista e si potrà determinare la correzione opportuna per riequilibrare la visione binoculare.
Cosa può fare un genitore per verificare la presenza di astigmatismo nei bambini?
Basta una visita prima che il bambino vada a scuola per rimediare, ma comunque consiglio a tutti il “gioco del pirata”, che non ci dice quanto vedono gli occhi, ma solo se sono efficaci più o meno allo stesso modo. Giocando appunto a “fare il pirata”, mettere una benda nera su un occhio, far giocare il bambino come al solito, e dopo un’oretta spostare la benda sull’altro occhio. Se il piccolo tollera il bendaggio destro e sinistro allo stesso modo, vuol dire che gli occhi vedono grosso modo alla stessa maniera, ma se un occhio vede meno dell’altro, quando viene bendato l’occhio migliore, il piccolo protesta, eccome se protesta! ed allora, di corsa a controllare la vista!
Ma in ogni caso, consiglio spassionato: toglietevi la soddisfazione di farvi dire “È tutto a posto!”, piuttosto che “…se me lo avesse portato prima…”. Vi sentirete meglio.